Articolo tratto dal sito di Guida al Diritto de Il Sole 24 ore
di Francesco Machina Grifeo
È in dirittura d’ arrivo il decreto del ministero della Giustizia sulla mediaconciliazione. Non conterrà però le attese indicazioni sulla presenza obbligatoria dell’ avvocato nel procedimento di mediazione né tantomeno novità sulla obbligatorietà. Ad essere raccolte, per ora, saranno le istanze “minori” della categoria: e cioè gli interventi sulla qualità dei mediatori e sul costo della mediazione. Lo ha reso noto Augusta Iannini, capo dell’ Ufficio legislativo del ministero della Giustizia e ideatrice della riforma, durante una tavola rotonda organizzata, questa mattina, da Adiconsum su “Mediazione, conciliazione e Azione collettiva – Quale futuro?”, alla quale ha partecipato anche il presidente dell’ Antitrust Antonio Catricalà. Il convegno segue la nomina avvenuta nella giornata di ieri di Pietro Giordano, all’ insegna del “rinnovamento nella continuità”, come segretario generale dell’ associazione succedendo a Paolo Landi.
Al centro del dibattito, dunque, il tema della giustizia alternativa come strada per garantire al consumatore una effettiva tutela. Ampiamente citati i numeri catastrofici della giustizia civile. Secondo Consumer forum il tempo medio stimato per la soluzione di una disputa commerciale, dall’ iscrizione della causa al ruolo fino al momento della liquidazione, in Italia è pari a ben 1.210 giorni. Sono 1.318 nello Sri Lanka, 1.280 in Liberia e 1.225 nel Gibuti, mentre in Francia occorrono solo 331 giorni, e in Germania 394.
Troppi vincoli per l’ Antitrust
Per Catricalà, contrario all’ assistenza obbligatoria dell’ avvocato, la giustizia alternativa è una strada “necessaria” che ha il vantaggio della “duttilità” nel prendere decisioni che possono velocemente e liberamente adattarsi alle situazioni più disparate. Così, dalla definizione del valore affettivo di un ritratto di famiglia in ambito successorio, al ristorante che apre sotto casa deprezzando il valore della villa al mare, fino alla disputa condominiale, quello che serve sempre di più è una decisione rapida che sappia tener conto e mettere insieme i diversi interessi. Ribadito anche il ruolo di tutela del consumatore svolta in questi sei anni dell’ Autorità antitrust “perché è dal cittadino consumatore che bisogna partire e non da idee astratte”.
Il Dm sulla mediazione
Nel decreto del ministero della Giustizia, un correttivo del Dm 180/2010, già vistato dalla Corte dei conti, ma ancora alla firma del ministro, vi è una stretta sulla qualità dei mediatori e sui costi della procedura. Stop dunque alla trasversalità dei mediatori, per prevenire il rischio di trovarsi di fronte a persone poco competenti. Gli organismi di mediazione dovranno indicare nei propri regolamenti dei criteri per l’ assegnazione delle controversie che siano rispettosi della competenza professionale del mediatore designato, tenendo conto della laurea conseguita. Si incrementa poi l’ aggiornamento formativo biennale, e cresce il supporto amministrativo dell’ autorità di vigilanza sugli organismi di mediazione e sugli enti di formazione per garantirne l’ effettività. Sul fronte della spesa, invece, dovranno essere ridotti i costi delle indennità nelle ipotesi di mediazione obbligatoria e contumaciale, e la previsione dei minimi dovrebbe essere derogabile.
La presenza dell’ avvocato rimane
Rimane comunque confermato l’ impegno preso con il Cnf dal ministro Alfano che prevede la presenza obbligatoria dell’ avvocato in funzione di assistenza al cliente, ma è probabile che prima di vederla nero su bianco ci voglia ancora un po’ di tempo in quanto la partita viaggia come confermato questa mattina, di pari passo con lo smaltimento dell’ arretrato civile. Ed ora c’ è un momento “di relativa calma” dovuto alle annunciate dimissioni del ministro Alfano.
Non è stato trovato, invece, l’ accordo sulla soglia dei 5mila euro entro cui contenere l’ obbligatorietà della mediazione. Ed è anche probabile che la previsione dell’ assistenza dell’ avvocato, per non essere incostituzionale, divenendo un ostacolo all’ accesso alla giustizia, debba passare per una rimodulazione delle tariffe.
La Ue a lavoro sull’ Adr
Sulla situazione complessiva della giustizia civile arriva anche l’ allarme dell’ Unione europea che sta lavorando su diverse direttrici. A Bruxelles piace la conciliazione paritetica, proprio quella portata avanti dalla associazione dei consumatori, che si basa sulla stesura di protocolli con le imprese. A dirlo è Maria Cristina Russo, capo unità della direzione salute e consumatori della Ue. Entro il 2012, poi, dovrebbe esserci una legislazione quadro europea sull’ Adr. Il tema, infatti, rientra in una delle 12 azioni chiave individuate dalla Commissione per rilanciare i mercati interni. Più avanti, invece, è la risoluzione alternativa delle controversie per gli acquisti online, dove è prevista una procedura conciliativa da svolgersi interamente in rete per le transazioni avvenute fra stati diversi. In questo caso, un atto normativo immediatamente applicabile, un regolamento od una decisione, è atteso già in autunno. Aperta anche la procedura di consultazione sulla class action.
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