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Né giudice, né arbitro. Non emette sentenze e non prende parte. È il mediatore professionista, figura professionale che riscuote sempre più successo nei Paesi europei (secondo il filone americano) ma che invece in Italia risulta ancora non adeguatamente conosciuta.

Chi è, dunque, il mediatore professionista? È un soggetto terzo ed imparziale che guida le parti in lite alla ricerca di un accordo che soddisfi le esigenze di entrambe. Il suo compito è quello di aiutare le parti interessate a comporre la lite con metodi pacati e fermi, ponendosi l’ obiettivo di condurre le parti stesse verso una soluzione condivisa e reciprocamente gratificante. Ma come si comporta, in pratica, un mediatore professionista?

Certamente molto importante è il suo discorso introduttivo, che egli terrà alle parti, in cui spiega come si svolgerà la procedura di mediazione. Il mediatore in questo caso mostrerà i principi cardine della mediazione (neutralità, imparzialità e riservatezza) ed i vantaggi. Oltre all’ aspetto verbale il mediatore dovrà assicurarsi di essere padrone anche della comunicazione non verbale (postura, sguardo, gesti) per far sì di ottenere i risultati migliori.

Estremamente delicato si rivela il primo incontro, in cui il mediatore dovrà mostrare abilità nell’ ascoltare, intuire e capire quelli che sono gli interessi e le esigenze reali di entrambe le parti, ponendo molte domande mirate ai suoi interlocutori e se necessario avvalersi delle sessioni private. Fondamentali, inoltre, doti come attenzione, empatia, ascolto attivo e diplomazia: queste ultime concorrono infatti ad un’ ideale comprensione dei bisogni e delle aspettative delle parti e di conseguenza ad un’ efficace risoluzione della controversia.

A cura dell’ addetto stampa Concilia Lex S.p.A. dott.ssa Jenny Giordano