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Adr e aziende, prof. Metallo: insistere sulla differenza tra conflitto e competizione

Durante il convegno di venerdì scorso svoltosi a Cava dei Tirreni (Sa) presso l'Holiday Inn organizzato da Concilia Lex ed avente come oggetto “Le Adr per le imprese” sono stati molti gli spunti venuti fuori intorno alla figura del mediatore aziendale e alla pratica della mediazione aziendale. Interessante, a questo proposito, è stato l'intervento del Prof. Gerardino Metallo, docente di Economia e gestione delle imprese presso università degli studi di Salerno dipartimento di scienze economiche.

Per Metallo la prima cosa da considerare, all'interno di un'impresa, è il vantaggio competitivo. Gli elementi sui quali far leva per ottenere un vantaggio competitivo, oggi, per le imprese sono essenzialmente tre. Primo: innovazione. Nessuna impresa, oggi, può sperare di andare avanti sul mercato proponendo prodotti o servizi che non siano innovativi. Secondo elemento: internazionalizzazione. Ciò non significa necessariamente che l'azienda debba “uscire” dal proprio territorio per posizionarsi all'estero, ma significa mettersi in condizione di farsi conoscere in un contesto internazionale. Terzo elemento: essere sul mercato online, anche attraverso Internet, oggi attore fondamentale per l'economia.

Altro aspetto da non trascurare è l'integrazione tra imprese ed istituzioni, che soprattutto al Sud, fatto di micro e piccole imprese, diventa cruciale per il successo e la buona riuscita dei risultati. E per quanto riguarda gli investimenti? Fare investimenti in tal senso significa anche tenere in conto il fattore tempo, e la partecipazione di tutti gli stakeholders coinvolti.

Ma come si fa rientrare in uno scenario del genere il ruolo del mediatore? Il tutto ha origine dalla gestione del conflitto, settore che nel mondo delle imprese è di cruciale importanza. Al concetto un po' datato di collaborazione, che già dagli anni '60 è stato il protagonista di molte forme imprenditoriali, come cooperative e consorzi, soprattutto al Centro Nord (Emila Romagna in primis) si deve invece affiancare il concetto di competizione, ma inteso in senso positivo. Il concetto di competizione si contrappone, infatti, a quello di conflitto, dal momento che quest'ultimo non ha niente di costruttivo, mentre la competizione sana accresce tutti gli attori del processo.

Ecco che la gestione del conflitto da parte del mediatore diventa centrale. La gestione del conflitto di un'impresa (questo un bravo mediatore deve saperlo) può essere esterna (verso enti pubblici e privati, altre imprese etc.) ma anche interna (tra dipendenti, collaboratori, soci, o addirittura familiari). Questo ultimo punto rappresenta un aspetto che non è indifferente, soprattutto nelle piccole e piccolissime imprese. Il mediatore, a questo punto, dovrà essere bravo a prospettare all'imprenditore il quadro dei costi e dei benefici che si potranno ottenere dall'intraprendere o meno la via del conflitto. Solo in questo modo la mediazione aziendale potrà rappresentare il volano delle imprese, anche al Sud.

A cura dell'addetto stampa Concilia Lex S.p.A. dott.ssa Jenny Giordano

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