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Commissione Alpa: relazione in stallo, si attende il parere del Guardasigilli

In questi giorni di fibrillazione politica, gli addetti alle ADR, si chiedono quale sarà la sorte dei lavori della Commissione Alpa, terminati nel gennaio di quest’anno. Le notizie sono contraddittorie, ma si basano solo su voci di corridoio e sul sentito dire, niente di più perché non ci sono riscontri in tal senso. Gli unici dati concreti sono le dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore che nell’ottobre scorso, durante la I^ Giornata Nazionale della Mediazione Civile e Commerciale Concilia Lex ha dichiarato pubblicamente, pur riconoscendo l’indiscussa autorevolezza e competenza dei componenti la Commissione, che la relazione finale non avrebbe costituito la base per un successivo DDL.

In questo momento l’auspicio è che tale sforzo, durato oltre un anno, non rimanga in un cassetto impolverato di Via Arenula, perché comunque, ad una prima lettura della relazione, pur destando non poche perplessità su alcuni punti, vi sono degli spunti interessanti che andrebbero riversati nell’auspicabile e futura legge di armonizzazione degli strumenti ADR, attualmente in vigore nell’ordinamento giuridico italiano. Il riferimento è volto in particolare alla Proposta Breggia-Marotta che prevede l’inserimento della clausola contrattuale multistep con la quale, in caso di controversia futura, le parti si obbligano all'esperimento della mediazione civile e commerciale e, in caso di esito negativo, allo svolgimento di una procedura arbitrale, ma soprattutto ad una robusta revisione ed ampliamento dell’art. 5 co 1 bis del 28/2010, prevedendo sia l’inserimento di contratti d’opera, di opera professionale, di appalto privato, di fornitura e di somministrazione, di franchising, di leasing, concorrenza sleale non interferente con l’esercizio dei diritti di proprietà industriale e intellettuale, contratti relativi al trasferimento di partecipazioni sociali, rapporti sociali inerenti le società di persone, che l’inclusione delle controversie attualmente di competenza del Tribunale delle imprese di cui sopra il cui valore non superi i 250.000 euro.

Quindi la palla passa al Ministero ed alla effettiva volontà di voler portare a termine questo disegno di legge, che non ha neanche l’alibi di una tempistica eccessiva, visto quanto è successo sotto i nostri occhi in questi giorni per la legge elettorale, del resto Plauto in un motto volgare asseriva che “in dictum sapienti sat est ("per il savio basta una parola").

A cura del responsabile scientifico di Concilia Lex S.p.A. avvocato Pietro Elia

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