Il presidente Alpa al ministro Cancellieri: “I diritti dei cittadini prima di tutto. Attuare il nuovo ordinamento professionale forense”.
“L’ Avvocatura, soggetto costituzionale, è parte integrante della giurisdizione e con il nuovo Statuto lavora alla migliore efficienza del sistema giustizia. Bene il confronto istituzionale per dare risposte concrete alla domanda di giustizia dei cittadini”.
Si è tenuto in Via Arenula il primo incontro istituzionale tra il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, e il ministro della giustizia, Annamaria Cancellieri.
Il presidente Alpa ha espresso apprezzamento per la disponibilità del ministro della giustizia ad avviare sin da subito un dialogo sui temi della giustizia e della professione e per il rispetto che è emerso dalle parole del ministro Cancellieri per i cittadini e per l’ Avvocatura, che ne assume la difesa.
Alpa ha manifestato la volontà di fornire un contributo proficuo e fattivo alla individuazione di soluzioni condivise perché la giustizia sia motore, con le parole dello stesso ministro, “di democrazia sostanziale” e di realizzazione concreta dei diritti dei cittadini; e non si riduca a un “servizio” nell’ ottica di una mera riduzione dei costi.
Ha sottolineato, ancora, l’ impegno con il quale l’ Avvocatura, parte indispensabile della giurisdizione, lavora al suo rinnovamento e lo spirito di servizio con il quale si dedica al miglioramento dell’ efficienza del sistema.
“Apprendiamo con soddisfazione che il ministro ha dichiarato di voler dare il massimo impulso all’ attuazione della riforma forense, che ha definito riforma organica. D’ altra parte la riforma prevede una stretta collaborazione istituzionale tra CNF e Ministero della giustizia”, ha dichiarato Alpa.
Quanto ai prossimi adempimenti e considerando la crisi economica e la grave situazione economica in cui versa l’ Avvocatura, Alpa ha sottolineato la necessità di concludere in tempi brevissimi l’ iter di emanazione dei nuovi parametri predisposti dal CNF in collaborazione con le altre componenti dell’ Avvocatura, che permetteranno al giudice liquidazioni dei compensi adeguate al ruolo dell’ avvocato con un sistema completo, trasparente e semplice.
In tema di giustizia, Alpa ha condiviso la ferma volontà del ministro a trovare immediate soluzioni per risolvere il problema delle carceri, promuovendo un sistema rispettoso della dignità.
Ed ha altresì manifestato la volontà e la determinazione dell’ Avvocatura a collaborare alla individuazione di soluzioni atte a garantire la ragionevole durata dei processi civili e penali, ma sempre nel pieno rispetto del diritto dei cittadini a ricorrere al giudice naturale.
Secondo il presidente Alpa andranno sviluppati, nella materia civile, le forme alternative alla giurisdizione, con la istituzione delle Camere di conciliazione e arbitrali, così come peraltro previsto dalla riforma professionale, sempre senza il vincolo dell’ obbligatorietà.
Quanto alla riforma della geografia giudiziaria, il CNF ha rappresentato al ministro le criticità del testo di legge approvato e le disfunzioni che esso ha già prodotto ancor prima di entrare in vigore; e ha evidenziato la necessità di valutare positivamente una proroga dell’ entrata in vigore per meglio valutare gli effettivi risparmi di spesa a fronte degli ulteriori costi che graveranno sulle collettività locali e per condividere con i territori le reali esigenze di giustizia.
Successivamente al colloquio il presidente Alpa, accompagnato dal consigliere segretario Andrea Mascherin, ha partecipato alla riunione con gli Ordini professionali.
In questa sede il CNF ha sottolineato la necessità di promuovere misure di sostegno per i giovani che si avviano alla professione, premiando il merito.
Ha altresì ribadito la necessità di considerare strategico l’ apporto delle professioni intellettuali allo sviluppo e alla crescita del Paese.
In particolare, per quanto riguarda l’ Avvocatura, Alpa ha confermato l’ impegno a contribuire a migliorare l’ assetto della amministrazione della giustizia anche attraverso la istituzione dell’ Osservatorio permanente sulla giurisdizione, previsto dalla riforma forense.
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