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Una mediazione può essere esperita solo quando la domanda viene proposta dall’ attore verso il convenuto, mentre non si può procedere in tal senso quando è il convenuto a fare domanda in confronto di terzi, dal momento che non c’ è norma che lo preveda. È quanto ha stabilito il Tribunale di Mantova il 14 giugno (giudice istruttore dott. Mauro Bernardi) in un’ ordinanza che aveva ad oggetto una domanda concernente responsabilità medica.

In questa decisione si mostra dunque chiara la non fondatezza dell’ eccezione di improcedibilità del giudizio da parte di un terzo chiamato in causa dal convenuto. Le motivazioni risiedono nella considerazione che ”Una diversa soluzione comporterebbe un notevole allungamento dei tempi di definizione del processo, in contrasto con il principio di ragionevole durata dello stesso stabilito dall’ art. 111 Cost., ed inoltre le disposizioni che prevedono condizioni di procedibilità, costituendo deroga al diritto di azione, sono di stretta interpretazione”.

Un’ ulteriore motivazione addotta dal giudice risiede poi nel fatto che nell’ art.5 del D.Lgs. 28/2010 viene menzionato esclusivamente il convenuto come soggetto “legittimato a dedurre il difetto del previo esperimento del tentativo di conciliazione” e non altri.

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A cura dell’ Addetto Stampa Concilia Lex, dott.ssa Jenny Giordano